In a Big Country

In a big country dreams stay with you
Like a lover’s voice fires the mountainside
Stay alive

In a Big Country – Big Country

Copertina album
Copertina album “The Crossing” dei Big Country

Il 26 Novembre 2001 Melaine Adamson si presenta alla polizia di Nashville, sua città di residenza, per denunciare la  scomparsa del marito, Stuart Adamson. Prima però passa in tribunale per presentare la richiesta di divorzio. La coppia era ormai separata da settimane, dopo circa un decennio da sobrio Stuart ci era ricascato, e sta volta l’alcolismo sembrava ormai senza controllo, al punto che era pure stato arrestato per guida in stato di ebrezza e tutti i tentativi di recupero si erano rivelati inefficaci.

Ma chi diavolo è Stuart Adamson?

Adamson è il cantante e il leader di una delle più famose band rock scozzesi, i “Big Country”, che aveva appena finito una tournée mondiale che li aveva quasi riportati al lustri dei primi anni ’80. Nel 1983 la band aveva conosciuto il successo planetario grazie al loro album d’esordio e alla hit che stranamente si chiamava (quasi) come loro: “In a Big Country” (a memoria, forse l’unico brano di successo a portare quasi lo stesso nome del gruppo, ndr).

Al tempo mi ero anche io innamorato di quella canzone e l’acquisto del LP che la conteneva (The crossing) era avvenuto grazie ad una operazione che in quegli anni avevo ripetuto già qualche volta, funzionava così: assieme ad un amico si comperavano 2 LP dividendosi la spesa, poi si passavano su cassetta e ognuno si teneva la copia originale dell’album preferito e quello su cassetta della seconda scelta. Incredibile a pensarci ora, dove con uno smartphone puoi ascoltare tutto, sempre e quante volte lo vuoi, e pure gratis.

Non mi ricordo quale fosse il secondo disco dell’accoppiata, mi ricordo con chi lo acquistai, e soprattutto mi ricordo di un articolo che paragonava gli assoli di chitarra di Stuart Adamson al suono della cornamusa scozzese.

Ora, la cornamusa è uno strumento musicale che probabilmente è nata prima di Cristo in Anatolia, ed è presente nella musica tradizionale di tutta l’Europa, anche da noi, peccato che lo abbiamo declassato a zampogna ed emarginato a rare e fastidiose apparizioni durante il periodo natalizio. Niente a che fare con il prestigio militare della cornamusa, che di fatto è una zampogna che ci ha creduto.

La cornamusa ha accompagnato le battaglie degli eserciti scozzesi (e irlandesi) da sempre, spaventando i nemici con quel suono terrificante, che anticipava la furia dei soldati. Wikipedia ci segnala che la prima testimonianza ufficiale risale alla battaglia di  Pinkie Clough del 1547. Cercando informazioni su questo strumento ho scoperto che qualche pazzo continuò ad usare la cornamusa anche durante la seconda guerra mondiale.

William
William “Piper Bill” Millin, il primo (sfuocato) sulla destra nel giorno dello sbarco in Normandia.

Il suonatore più famoso è probabilmente William Millin, noto come Piper Bill, portato al fronte appena ventunenne come bardo personale di  Simon Fraser, 15esimo Lord Lovat. Come detto la cornamusa era uno strumento tradizionale per gli eserciti scozzesi e irlandesi, l’esercito britannico lo aveva accettato ma solamente per essere suonato nei momenti liberi. Ma il 15esimo Lord Lovat volle Piper Bill al suo fianco durante lo sbarco in Normandia (il famoso D-Day), e quando il giovane Bill (che era anche l’unico uomo nel raggio di chilometri ad indossare il kilt) fece notare al suo Lord che le regole dell’esercito britannico glielo impedivano, il buon Simon Fraser se ne uscì con la frase: “Ah, but that’s the English War Office. You and I are both Scottish, and that doesn’t apply.” 

Così, mentre i suo compagni cadevano come mosche al suo fianco, Piper Bill, giovane scozzese nato in Canada 21 anni prima, continuò a suonare la cornamusa da guerra. Lo stesso Millin tempo dopo dichiarò che alcuni prigionieri tedeschi gli confidarono che nessuno aveva osato sparagli contro poichè convinti che fosse un povero fante impazzito.

Ma la stranezza di Piper Bill non è nulla se confrontata con la storia di Jack Churchill, conosciuto anche con il rassicurante soprannome di “Mad Jack”, un tenente colonnello Inglese che guidava gli assalti delle sue truppe suonando la cornamusa con una mano e nell’altra tenendo la spada, e con un arco (si, un arco con le frecce) appeso al collo. Mad Jack è anche (forse) l’ultimo soldato della corona ad aver ucciso un nemico con una freccia (in Francia, nel 1940, vicino a Richebourg, un sergente tedesco).

Il 27 dicembre 1941 è sulla prora del mezzo anfibio che sta per attaccare una guarnigione nazista sull’isola norvegese di Vågsøy, a pochi metri dalla riva inizia a suonare la  “March of the Cameron Men” con la cornamusa, poi salta giù, lancia una granata contro la postazione tedesca e e guida il suo plotone all’attacco brandendo la sua spada.

Mad Jack durante un'esercitazione, è il tipo in basso a destra con la spada in mano.
Mad Jack durante un’esercitazione, è il tipo in basso a destra con la spada in mano.

Nel 1943, sempre con la sua inseparabile cornamusa e l’altrettanto inseparabile spada guida lo sbarco a Salerno partendo da Catania, poco dopo, sempre a Salerno, cattura con l’aiuto di un caporale 42 tedeschi, ovviamente armato di sola spada.

L’anno successivo è in Jugoslavia, precisamente nell’isola di Brac, dove sbarca con circa 1.500  partigiani e un paio di truppe inglesi per conquistare una torre strategica da dove i nazisti controllano tutta l’isola. Al solito guida l’attacco di un gruppo di soldati selezionati, alla fine solamente in sette (lui incluso) raggiungono l’obiettivo, ma sul più bello un colpo di mortaio uccide sei dei suoi compagni, Mad Jack è incredibilmente salvo, circondato, finisce i proiettili e si prepara all’attacco finale suonando “Will Ye No Come Back Again?”, un colpo di granata esplode al suo fianco e il tenente colonnello viene catturato e portato a Berlino perché i tedeschi sono convinti di avere fra le mani un parente prossimo del più famoso Churchill. Una volta scoperto che invece Mad Jack conta come il due di spade quando va di coppe a briscola, viene spedito nel campo di concentramento di Sachsenhausen, da dove assieme ad un altro ufficiale scappa.  I due però vengono  riacciuffati a pochi chilometri dal mar Baltico. Nel 1945 a pochi giorni dalla fine della guerra viene spostato assieme ad altri 140 prigionieri in un campo di concentramento nel Tirolo, da li a poco, quando i tedeschi scappano, raggiunge a piedi Verona.

Visto che in Europa la guerra è finita decide di raggiungere l’esercito inglese nel Pacifico, dove il fronte è ancora aperto, ma quando è in India gli USA sganciano le bombe di Hiroshima e Nagasaki, e la guerra finisce. Mad Jack non ne è particolarmente contento e dichiara:”If it wasn’t for those damn Yanks, we could have kept the war going another 10 years!”.

Il Tenente Colonnello John Malcolm Thorpe Fleming Churchill, aka Mad Jack in versiona Errol Flynn.
Il Tenente Colonnello John Malcolm Thorpe Fleming Churchill, aka Mad Jack in modalità “Errol Flynn”.

Nel 1948 è in Palestina con l’esercito britannico, il 13 Aprile si trova nel luogo di quello che è storicamente conosciuto come il “Massacro del convoglio medico Hadassah”, con un manipolo di uomini cerca di aiutare il convoglio di dottori e infermieri ebrei ma non riesce ad evitare la morte di 79 persone, si attiva però subito dopo per organizzare il trasferimento del rimanente personale dell’ospedale Hadassah (700 persone) a quello della Hebrew University (in sua memoria la strada che conduce all’ospedale ora si chiama Boulevard Churchill).

Jack Churchill è un’anima in pena, negli anni ’50 si trasferisce in Australia dove diventa istruttore militare e dove, soprattutto, scopre il surf, diventando un appassionato praticante. Poco dopo ritorna in Inghilterra dove è il primo uomo a cavalcare l’onda della marea del fiume Severn, il tutto con una tavola disegnata e costruita direttamente da lui.

Poi nel 1959, a soli 53 anni, si ritira a vita privata e trascorre gli ultimi 37 anni a pilotare modellini radiocomandati di navi da guerra e a crescere una famiglia. Ecco, se avete un amico che considerate matto perché il giorno del suo addio al celibato si è vestito da prigioniero, si è affogato in un barile di spritz al bitter e ha cantato un pezzo degli Abba solamente ruttando, considerate che prima di lui c’era stato Mad Jack.

Interno dell'album
Interno dell’album “The Crossing” con tanto di testi.

A questo punto vi chiederete che fine abbia fatto il buon Stuart Adamson, avete presente no? Quel tizio che appare all’inizio del post. Dicevamo, il 26 Novembre 2001 la moglie ne aveva denunciata la scomparsa, forse nel frattempo tutto si è risolto. Ma questo è una storia de Il Poltronauta e qui gli Happy End sono piuttosto rari.

Il 16 Dicembre, circa 3 settimane dopo la sua scomparsa da Nashville, il corpo di Stuart Adamson viene trovato in una stanza del Best Western Plaza Hotel di  Honolulu, nelle Hawaii. La polizia dichiara che Stuart si è impiccato con un cavo elettrico nel guardaroba, gli esami del sangue confermeranno un altissimo livello di alcool.

Poco dopo viene riportato in Scozia dove il 27 Dicembre viene celebrato il suo funerale di fronte a qualche centinaia di persone. Vorrei dirvi che il suono delle cornamuse accompagnò il suo ultimo saluto, onestamente non lo so, ma mi piace pensarlo.

Certo, per  uno che scriveva versi come “I’m not expecting to grow flowers in a desert / But I can live and breathe / And see the sun in wintertime” morire ubriaco in un hotel senza anima alle Hawaii non deve essere stato bellissimo, fosse stato pazzo come Mad Jack forse sarebbe ancora vivo.

7 commenti Aggiungi il tuo

  1. Celia ha detto:

    Ma che meraviglia.
    E’ proprio vero che il mondo è bello perché è vario!
    Ma come si intitola quel film dedicato a Mad Jack con Flynn?
    Già che ci sono, buon anno (che sia pieno di tonanti cornamuse)!

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    1. Il Poltronauta ha detto:

      Grazie! Buon anno anche a te! (Non c’è nessun film su Mad Jack interpretato da Errol Flynn, semplicemente in quella foto ci assomiglia molto 😊)

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      1. Celia ha detto:

        Ah, cacchio.
        Avevo capito che c’era -.-
        Sopravviverò a stento a questa rivelazione…
        … ma sopravviverò. Ho tutto il 2020 per riprendermi!
        (A proposito: stasera danno Harvey su Rete4, e Casablanca su Iris. Ma forse sei già accomodato sulla balena Hertz52 per un giretto per le feste dell’ultimo più esclusive… 😉

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      2. Il Poltronauta ha detto:

        Ahahaha, avevo immaginato (infatti ho modificato il testo della foto). Mi piacerebbe si stare con Hertz 52 sta sera ma sto andando a casa di cari amici. Buona serata e buona TV allora 😊

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      3. Celia ha detto:

        🥳

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  2. Vincenzo ha detto:

    😂😂la frase che dice Mad Jack dopo Hiroshima mi ha fatto piegare… ciao e buon anno!

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    1. Il Poltronauta ha detto:

      Ciao Vincenzo! Eh si, deve essere stato un bel fenomeno mr Mad Jack! Sarebbe da farci un film 😊 Buon anno anche a te!

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